sabato 10 marzo 2012

Allevamento intensivo for dummies

Tratto da: http://metilparaben.blogspot.com/2012/03/allevamenti-intensivi-for-dummies.html

La stragrande maggioranza della carne che consumiamo proviene da allevamenti industriali intensivi: il che provoca una serie di conseguenze catastrofiche.

Eh, addirittura! Ad esempio?
Ad esempio, per ottenere un chilo di carne di manzo attraverso l'allevamento intensivo sono necessari circa 15 chili di cereali e soia e 15.000 litri d'acqua. Voglio dire: in un mondo in cui miliardi di persone crepano di fame e di sete...

Va bene, ma la carne dà le proteine animali, che sono diverse da quelle vegetali.
Certo, ma anche in questo caso c'è una sproporzione abissale: tanto per dirne un'altra, i bovini hanno un'efficienza di conversione delle proteine vegetali del 6%, cioè producono 50 chili di proteine consumandone circa 800. Pur tenendo conto delle differenze tra i due tipi di proteine, mi pare un po' pochino.

Ok, ma questo è tutto, no?
No che non è tutto: c'è anche la questione dell'efficienza con cui vengono sfruttati i terreni. Su mille metri quadrati di terreno possono essere prodotti circa 2.000 chili di patate; sulla stessa superficie possono essere prodotti circa 20 chili di carne bovina.

Questo per quanto riguarda le risorse: e i rischi sanitari?
Negli allevamenti intensivi, per gli spazi ridotti e le condizioni igieniche in cui vivono, gli animali contraggono facilmente moltissime infezioni: per prevenire le quali vengono normalmente somministrati loro degli antibiotici insieme al mangime.

Normalmente? Cioè, non solo quando si ammalano?
No, sempre. Per produrre un chilo di carne sono impiegati mediamente 100 milligrammi di antibiotici, che spesso rimangono nei tessuti degli animali. Ciò significa che un consumatore medio finisce per ingerire circa 10 grammi di antibiotico l'anno.

Che sono pari a...
...quattro o cinque terapie antibiotiche complete. Il che non solo può provocare disturbi intestinali, ma soprattutto può creare batteri più forti, perché resistenti agli antibiotici, con potenziali conseguenze pandemiche difficilmente controllabili. Conseguenze per tutti, quindi, non solo per chi mangia carne.

Ok. Però le ragioni legate all'ambiente sono un po' dei luoghi comuni, dai.
Direi proprio di no: prendiamo le deiezioni, ad esempio...

Cioè la cacca degli animali? Suvvia, lo sanno tutti che quella è un fertilizzante.
Certo che lo è, ma solo in condizioni di allevamento "normale". Negli allevamenti intensivi "senza terra", invece, l'enorme quantità degli escrementi prodotti non riesce ad essere assorbita dal terreno, e quindi finisce per creare condizioni di insalubrità che si diffondono nell'ambiente.

Insalubrità? Ma che dici, la merda è merda...
Sbagliato anche questo. Le deiezioni degli allevamenti intensivi, a causa dei mangimi e dei farmaci somministrati agli animali, provocano un grave problema di inquinamento da sostanze azotate nelle falde acquifere, nei corsi d'acqua e nei mari. Poi ci sono le conseguenze sul clima.

Ah, sì, quella fandonia che le scuregge delle mucche riscaldano il pianeta... Maddai, chi vuoi che ci creda?
Fandonia? E' stato calcolato che produrre un solo chilo di carne provoca l'emissione di circa 35 chili di anidride carbonica, cioè lo stesso impatto ambientale di un'automobile che percorre 250 chilometri.

E quindi?
E quindi l'allevamento intensivo è responsabile di una buona parte del riscaldamento globale del pianeta. Ma non è tutto: c'è anche il problema dell'elevato contenuto di ammoniaca degli escrementi, che potrebbe essere alla base del fenomeno delle piogge acide, e la questione del disboscamento operato per far posto agli allevamenti di bovini, che in pochi anni ha raso al suolo milioni di ettari di foresta pluviale.

C'è altro?
C'è molto altro. A cominciare dal fatto che negli allevamenti intensivi gli animali non si limitano a nascere, essere allevati e morire, ma vengono praticamente torturati: e che l'orrore di questi metodi potrebbe di per sé essere sufficiente a decidere di non consumare carne proveniente da quegli allevamenti. C'è che molte razze animali sono state geneticamente modificate dall'allevamento intensivo, e quindi non sarebbero in grado di sopravvivere normalmente neanche se fossero riportare allo stato naturale domani mattina. C'è che qualcuno potrebbe decidere che c'è un limite alla quantità di sofferenza che è lecito infliggere ad esseri senzienti in ragione del desiderio di mangiarli.

Vabbe', ma questi sono motivi etici.
Certo, questi sì. E quelli sopra?

2 commenti:

  1. Molto bello questo articolo in forma di domande e risposte, ma chi lo ha scritto? Viene dal Blog di Metilbaraben? Ciao!

    RispondiElimina
  2. si, scusa, mi sono dimenticata di mettere la fonte...adesso sistemo...

    RispondiElimina