Tratto da: http://metilparaben.blogspot.com/2012/03/allevamenti-intensivi-for-dummies.html
La stragrande maggioranza della carne che consumiamo proviene da
allevamenti industriali intensivi: il che provoca una serie di conseguenze
catastrofiche.
Eh, addirittura! Ad
esempio?
Ad esempio, per ottenere un chilo di carne di manzo
attraverso l'allevamento intensivo sono necessari circa 15 chili di cereali e
soia e 15.000 litri d'acqua. Voglio dire: in un mondo in cui miliardi di persone
crepano di fame e di sete...
Va bene, ma
la carne dà le proteine animali, che sono diverse da quelle
vegetali.
Certo, ma anche in questo caso c'è una sproporzione
abissale: tanto per dirne un'altra, i bovini hanno un'efficienza di conversione
delle proteine vegetali del 6%, cioè producono 50 chili di proteine consumandone
circa 800. Pur tenendo conto delle differenze tra i due tipi di proteine, mi
pare un po' pochino.
Ok, ma questo è
tutto, no?
No che non è tutto: c'è anche la questione dell'efficienza
con cui vengono sfruttati i terreni. Su mille metri quadrati di terreno possono
essere prodotti circa 2.000 chili di patate; sulla stessa superficie possono
essere prodotti circa 20 chili di carne bovina.
Questo per quanto riguarda le risorse: e i rischi
sanitari?
Negli allevamenti intensivi, per gli spazi ridotti e le
condizioni igieniche in cui vivono, gli animali contraggono facilmente
moltissime infezioni: per prevenire le quali vengono normalmente somministrati
loro degli antibiotici insieme al mangime.
Normalmente? Cioè, non solo quando si
ammalano?
No, sempre. Per produrre un chilo di carne sono impiegati
mediamente 100 milligrammi di antibiotici, che spesso rimangono nei tessuti
degli animali. Ciò significa che un consumatore medio finisce per ingerire circa
10 grammi di antibiotico l'anno.
Che sono
pari a...
...quattro o cinque terapie antibiotiche complete. Il che
non solo può provocare disturbi intestinali, ma soprattutto può creare batteri
più forti, perché resistenti agli antibiotici, con potenziali conseguenze
pandemiche difficilmente controllabili. Conseguenze per tutti, quindi, non solo
per chi mangia carne.
Ok. Però le ragioni
legate all'ambiente sono un po' dei luoghi comuni, dai.
Direi proprio
di no: prendiamo le deiezioni, ad esempio...
Cioè la cacca degli animali? Suvvia, lo sanno tutti
che quella è un fertilizzante.
Certo che lo è, ma solo in condizioni
di allevamento "normale". Negli allevamenti intensivi "senza terra", invece,
l'enorme quantità degli escrementi prodotti non riesce ad essere assorbita dal
terreno, e quindi finisce per creare condizioni di insalubrità che si diffondono
nell'ambiente.
Insalubrità? Ma che dici,
la merda è merda...
Sbagliato anche questo. Le deiezioni degli
allevamenti intensivi, a causa dei mangimi e dei farmaci somministrati agli
animali, provocano un grave problema di inquinamento da sostanze azotate nelle
falde acquifere, nei corsi d'acqua e nei mari. Poi ci sono le conseguenze sul
clima.
Ah, sì, quella fandonia che le
scuregge delle mucche riscaldano il pianeta... Maddai, chi vuoi che ci
creda?
Fandonia? E' stato calcolato che produrre un solo chilo di
carne provoca l'emissione di circa 35 chili di anidride carbonica, cioè lo
stesso impatto ambientale di un'automobile che percorre 250
chilometri.
E quindi?
E quindi
l'allevamento intensivo è responsabile di una buona parte del riscaldamento
globale del pianeta. Ma non è tutto: c'è anche il problema dell'elevato
contenuto di ammoniaca degli escrementi, che potrebbe essere alla base del
fenomeno delle piogge acide, e la questione del disboscamento operato per far
posto agli allevamenti di bovini, che in pochi anni ha raso al suolo milioni di
ettari di foresta pluviale.
C'è
altro?
C'è molto altro. A cominciare dal fatto che negli allevamenti
intensivi gli animali non si limitano a nascere, essere allevati e morire, ma
vengono praticamente torturati: e che l'orrore di questi metodi potrebbe di per
sé essere sufficiente a decidere di non consumare carne proveniente da quegli
allevamenti. C'è che molte razze animali sono state geneticamente modificate
dall'allevamento intensivo, e quindi non sarebbero in grado di sopravvivere
normalmente neanche se fossero riportare allo stato naturale domani mattina. C'è
che qualcuno potrebbe decidere che c'è un limite alla quantità di sofferenza che
è lecito infliggere ad esseri senzienti in ragione del desiderio di
mangiarli.
Vabbe', ma questi sono motivi
etici.
Certo, questi sì. E quelli sopra?
Molto bello questo articolo in forma di domande e risposte, ma chi lo ha scritto? Viene dal Blog di Metilbaraben? Ciao!
RispondiEliminasi, scusa, mi sono dimenticata di mettere la fonte...adesso sistemo...
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